Mons.Michelangelo
Jacopi
arciescovo di Agra (1812-1891)
Nato a Seravezza il 16
dicembre 1812 Michelangelo Jacopi parte giovanissimo, all’inizio
del 1841, per la Missione. Giunto a Bombay si trasferisce ad Agra il 27
giugno dello stesso anno, unico superstite di sei missionari, dopo un
viaggio durato ulteriori 40 giorni. In quell’epoca la missione era
posta sotto le cure pastorali di Mons. Borghi il quale, intuite le capacità
del giovane cappuccino, lo fece restare ad Agra affinché apprendesse
la lingua del luogo, per poi inviarlo a Sirdanha per svolgervi la sua
attività missionaria. Durante i dodici anni di permanenza in quel
luogo si fecero sempre più evidenti le capacità organizzative
del giovane missionario; in particolare riuscì a contribuire, in
modo decisivo, a quella che oggi chiameremmo la formazione professionale
degli indiani convertiti al cattolicesimo, anche per consentire loro di
potersi sostenere con la propria attività lavorativa. I Superiori,
viste le capacità del Padre Michelangelo, decidono di nominarlo
pro-vicario del Punjab che, secondo il disegno di Mons. Borghi, doveva
diventare nel futuro un Vicariato apostolico indipendente. Il missionario
cappuccino si stabilisce, quindi, a Lahore. Sono anni difficilissimi perché
nel maggio del 1857 inizia a Meerut una rivolta contro i colonizzatori
inglesi: un evento sanguinosissimo che avrà termine solo nell’aprile
dell’anno seguente, e segnato dalla morte violenta di molti cattolici,
fra i quali il cappuccino P. Zaccaria da Venezia ucciso a Dehli e barbaramente
mutilato ai piedi dell’altare della cappella dove aveva cercato
rifugio.
Nominato Vicario Apostolico della missione del Tibet-Indostan, con sede
in Agra, P. Michelangelo Jacopi viene consacrato vescovo nella cattedrale
di quella città il 28 giugno 1868. Trascorso appena un anno dalla
sua consacrazione Mons. Jacopi viene convocato a Roma per partecipare
al Concilio Vaticano I. Chiede di esserne dispensato per attendere alle
cure della missione, ma la sua richiesta non viene esaudita. Verso la
fine del 1869 giunge quindi a Roma (è la prima volta che vede nuovamente
l’Italia dal 1841) e vi resta fino al gennaio 1871 allorquando parte
nuovamente per la missione, accompagnato da un buon numero di giovani
missionari. Il ritorno in India viene segnato da una serie di problemi
di natura economica derivanti da ordini governativi, emessi durante la
sua assenza, che sospendono i pagamenti derivanti da un lascito fatto
da una principessa indiana in favore della missione; un’erede di
Joanna Ziboolnissa Sumroo, questo è il nome della principessa,
ha impugnato le decisioni della sua ava e vuole impossessarsi dei capitali
che la stessa, anche in forma di fedecommesso, ha posto a disposizione
della missione. Monsignor Jacopi non può non resistere: da quel
cospicuo capitale deriva la sopravvivenza di centinaia di cristiani della
missione e di molte delle opere poste in essere dal Vicario apostolico.
La questione, malgrado i numerosi tentativi di conciliazione, finirà
in tribunale dal quale, solo nel 1890, Mons. Jacopi vedrà pienamente
riconosciuti tutti i diritti della missione.
Nel frattempo Mons. Jacopi, che durante il soggiorno romano aveva potuto
avviare una serie di colloqui all’uopo finalizzati, riesce ad aprire
il primo Noviziato cappuccino in India (1881). Finalmente, nel 1887, per
decisione della Santa Sede, si instaura in India la gerarchia ecclesiastica.
Agra diviene Arcidiocesi e Mons. Jacopi, quasi in coincidenza con il suo
giubileo sacerdotale, ne diviene il primo Arcivescovo. Il 14 ottobre del
1891 l’arcivescovo cappuccino, colpito da una gravissima polmonite,
muore a Mussooree sui monti dell’Himalaya. Il suo corpo, sottoposto
a procedimento di imbalsamazione, venne trasferito il 22 ottobre ad Agra.
Il trasporto dalla stazione ferroviaria alla cattedrale, dove avviene
la tumulazione, è seguito da una moltitudine di persone che, in
tal modo, vuole onorare Bara Saheb (il Gran Signore), il cappuccino di
Seravezza che era diventato Arcivescovo in terra di missione.
Nel
prossimo numero “Eco delle missioni” si soffermerà
sulle opere realizzate da p. Michelangelo Jacopi
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