P.Damiano
Giannotti da
Bozzano (1898-1997)
(frei Damião)
Secondogenito di cinque
figli, P. Damiano Giannotti nasce a Bozzano, nel comune di Massarosa in
provincia di Lucca, nel novembre del 1898. Al fonte battesimale riceve
il nome di Pio. Proviene da una famiglia di sanissimi principi morali:
il fratello maggiore, Guglielmo, dopo esser diventato sacerdote insegnerà
nel seminario arcivescovile di Lucca, mentre sua sorella entrerà
a far parte delle suore lucchesi di santa Zita. Accolto nel seminario
dei cappuccini di Camigliano inizia il noviziato nel 1914 a Villa Basilica
(Lu). Richiamato nel 1918 in Guerra, ne riporta un principio di assideramento
agli arti inferiori e un disturbo che non lo abbandonerà mai: sobbalza
involontariamente tutte le volte che sente uno scoppio. Rientrato dal
fronte prosegue gli studi presso il Collegio Internazionale san Lorenzo
da Brindisi a Roma, dove frequenta la Pontificia Università Gregoriana
presso la quale consegue nel 1925 la laurea in Teologia, Filosofia e Diritto
Canonico. È qui che viene ordinato sacerdote.
Tornato in Provincia è Vicemaestro dei novizi e insegnante di teologia
(1928), ma la sua destinazione è la Missione di Pernambuco in Brasile,
un territorio vastissimo che era stato affidato alla cura pastorale dei
Cappuccini di Lucca. Insieme ai confratelli si mette immediatamente all’opera:
predica missioni passando instancabilmente da un villaggio all’altro
sfidando distanze enormi, fame, sonno: un vero e proprio missionario itinerante.
La costante della sua missione è la predicazione del Vangelo con
la parola e con l’esempio, strappando anime alle sette e ai culti
afrobrasiliani. Pur di fronte ad enormi ingiustizie sociali non incita
mai le masse alla ribellione, diffondendo invece la religione dei padri.
Il suo apostolato è fatto soprattutto di predicazione e di accoglienza
degli ultimi: sveglia alle quattro del mattino, chiamata a raccolta del
suo popolo per la S.Messa, catechesi per gruppi distinti, confessioni
(circa 300 al giorno), predicazioni continue, testimoniate da una pubblicazione
(più volte ristampata) che le raccoglie. Con il passare degli anni
frei Damião diventa l’apostolo del nord est del Brasile,
un cappuccino che occupa un posto importante nell’ambito di quella
religiosità popolare, oggi rivalutata.
Nasce così la leggenda di un Padre che non mangia, non dorme e
opera miracoli. A questo proposito l’Istituto di Teologia di Recife
ha registrato alcuni casi particolari che hanno come protagonista il Padre
Damiano: casi di castigo (morte dello sposo infedele), di dominio della
natura (lettura del pensiero, piogge), guarigioni/conversioni e successi
economici. Sulla loro attendibilità P.Damiano dichiarava: «È
il popolo che inventa i miracoli. I sertanegi credono che i miracoli avvengano
come risultato delle preghiere fatte assieme. Ma non è così.
I miracoli arrivano soltanto per coloro che hanno fede. Non è possibile
il miracolo per chi non crede in Dio».
Alla vigilia del definitivo
ritiro dalla vita pubblica, P.Damiano raccoglie titoli onorifici, fra
i quali numerosi attestati di cittadinanza onoraria. Cessata la sua predicazione
riceve amici e visitatori in una piccola cappella appositamente costruita
a Recife. Questo luogo diviene anche il suo romitorio e il suo ufficio
postale perché qui si smistano centinaia di lettere al giorno.
Divenuto quasi centenario un ictus lo riduce in coma (16 maggio 1997).
Inizia un’agonia di due settimane, costantemente seguita dai mezzi
di comunicazione di massa. Sorella morte giunge la sera del 31 maggio.
“O frei Damião morreu: P.Damiano è morto!”.
In segno di gratitudine il Brasile indice tre giorni di lutto nazionale.
Ai suoi funerali, celebrati nello stadio di “Arruda”, partecipano,
oltre a circa 50 mila fedeli, i superiori dell’Ordine, numerosi
arcivescovi e vescovi. Il momento culminante si ha allorquando l’arcivescovo
di Recife mostra i sandali e il crocifisso del missionario, mentre, in
ricordo del numero degli anni di missione, vengono lasciate volare 66
colombe.
Di lui il Vice Presidente della Repubblica del Brasile Marco Macial così
ha scritto: “Tra gli apostoli di Cristo in questo Paese, pochi seguirono
tanto da vicino come lui le orme del Maestro. Egli diffuse instancabilmente
la parola di Dio, predicando giorno e notte, nell’entusiasmo di
fare nuovi cristiani, convertire peccatori e fertilizzare la terra in
cui seminava la divina semente”q
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