Origine
della missione
La Missione di Arabia ebbe praticamente origine a Gedda, Arabia Saudita,
nel 1840 per iniziativa di P. Antonio Foguet un padre spagnolo dei Servi
di Maria. Per ragioni politiche (caduta dell’impero Ottomano)
Propaganda Fide trasferiva la Missione da Gedda in Aden nel 1841 (Aden,
nell’attuale Yemen, era una colonia inglese conquistata nel 1837).
I Serviti, rimasero per pochi anni. II primo cappuccino, che giunse
in Aden nel 1850, fu Fr. Pasquale da Duno (Varazze). Un ottimo fratello,
esperto muratore, inviatovi dal Cardinal Massaia allora Vicario Apostolico
nei paesi Galla (Etiopia).
Fr. Pasquale costruì a Crater -cratere - (Aden) una grande Chiesa
dedicata alla Sacra Famiglia, ancora esistente. Altri cappuccini furono
inviati dal Massaia dall’Etiopia, e la Missione fu affidata ai
Cappuccini della Provincia di Lione.
II 4 Maggio 1888, Propaganda Fide elevava la Missione di Aden da Prefettura
a Vicariato Apostolico e nominava come primo Vescovo e Vicario Apostolico
P. Luigi Lasserre, missionario tra i Galla.
II 28 Giugno 1889, il Vicariato di Aden fu esteso a tutti i paesi della
penisola arabica: Arabia Saudita, Yemen, Oman, i sette Emirati Arabi,
Qatar, Bahrain e Kuwait, che tutti insieme formano un’estensione
pari a nove volte l’Italia. A Mons. Lasserre successe Mons. Bernardino
Clark, della stessa Provincia di Lione, Vicario Apostolico (1902-1910),
Mons. Filippo Pressuti da Recanati (Missionario in Agra) fu Vicario
Apostolico dopo Clark, dal 1910 al 1914.
Vescovi
cappuccini toscani
Nel 1916 il Vicariato venne assegnato ai Cappuccini della Provincia
Toscana, i quali sono rimasti responsabili del Vicariato fino al 9 Novembre
2005, quando la Missione è stata elevata a Vice Provincia Generale
Cappuccina, come tale rispondendo direttamente al Ministro Generale
dell’Ordine. I Vescovi che si sono succeduti, durante questi 90
anni, sono: Mons. Evangelista Latino Vanni da Usella (Prato), missionario
in India, Vicario Apostolico dal 1916 al 1926; Mons. Pacifico Micheloni
da Prato, Missionario in India, Vicario Apostolico dal 1933 al 1936,
morto a Roma a soli 55 anni; Mons. Giovanbattista Tirinnanzi da Firenze,
Missionario in India, Vicario Apostolico dal 1937 al 1948, morto nella
nostra infermeria di Montughi; Mons. Luigi Irzio Magliacani da Castel
del Piano, Missionario in India, Vicario Apostolico dal 1950 al 1969,
morto a Roma nel 1976; Mons. Giovanni Bernardo Gremoli, vicario Apostolico
dal 1976 al 2005. Praticamente sette Vescovi hanno avuto la sede in
Aden, dove ancora esiste una bella Cattedrale dedicata a S. Francesco,
costruita da Mons. Lasserre nel 1892. Mons. Gremoli è stato il
primo Vicario Apostolico residente ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati.
La
mia esperienza personale
Ordinato Vescovo nella nostra Chiesa di Montughi il 22 Febbraio 1976
(25mo anniversario del mio Sacerdozio), giunsi in Abu Dhabi, Emirati
Arabi Uniti, nuova sede del Vicariato, il 21 Marzo 1976.
Al mio arrivo, erano presenti solo 12 Padri in tutto il Vicariato, il
boom del petrolio era in piena effervescenza, nuovi immigrati giungevano
in continuazione a decine di migliaia, non c’erano chiese, né
luoghi di culto dove accoglierli. Inoltre i cattolici erano sottoposti
a forti pressioni da parte dei mussulmani e dei cristiani di varie sette.
I problemi erano gravi e urgenti, primi fra tutti la mancanza di sacerdoti
e di luoghi di preghiera. L’Ordine Cappuccino non poteva aiutarci.
Provvidenziale fu l’aiuto di sacerdoti ad tempus di varie congregazioni
e, soprattutto, le vocazioni tra i lavoratori immigrati: ne abbiamo
avute sette, da paesi europei, americani ed asiatici, sfociate in altrettanti
sacerdoti, tuttora esercitanti il loro ministero in Arabia. Il mio mandato
si è concluso ufficialmente il 31 marzo 2005, quando è
stato intronizzato il mio successore Mons. Paul Hinder cappuccino svizzero.
Costruzioni
di nuove chiese e scuole
Le difficoltà nell’ottenere il terreno e i permessi di
costruzione dalle autorità locali si sono rivelate enormi. La
situazione politica e religiosa era di chiusura nei confronti dei cattolici.
Si è intrapreso un cammino improntato alla pazienza, alla diplomazia,
all’ostinazione. Per ottenere un sì sono occorsi ora 4,
ora 8, ora 11 anni. Durante la mia amministrazione, con questa politica,
sono state costruite 11 chiese e complessi parrocchiali, su terreni
concessi gratuitamente dalle autorità, 8 nuove scuole, di cui
4 dal Vicariato e 4 da Istituti di Suore (2 dalle Suore del Rosario
di Gerusalemme e 2 dalle Suore Caldee di Bagdad). Attualmente il Vicariato
ha scuole di ogni ordine e grado, dalla materna all’Università,
con 16.500 alunni, il 60% dei quali mussulmani. I fedeli cattolici sono
di molte nazionalità, i sacerdoti di 7 nazionalità, così
è possibile celebrare liturgie in molte le lingue. I rapporti
fra mussulmani, cristiani ed appartenenti ad altre religioni sono esemplari
per la stima e la fraternità reciproche. Le nostre scuole sono
molto apprezzate ed ambite da tutti.
Catechesi
È stata la priorità assoluta nel mio Vicariato. All’inizio,
nell’impossibilità di importare testi di catechismo, siamo
riusciti a prepararli in loco. Tutte le Parrocchie hanno organizzato
catechesi per bambini da 5 a 15 anni. Catechisti suore e laici venivano
preparati con cura e continuamente aggiornati attraverso corsi parrocchiali
e su scala diocesana. Nelle nostre scuole esiste l’obbligo, da
parte del governo, di effettuare 3 ore di religione alla settimana per
tutti gli alunni che, per l’occasione, vengono separati in tre
gruppi: cristiani di tutte le denominazioni, mussulmani, anch’essi
tutti insieme, altri: per questi ultimi si pratica un insegnamento di
“scienza morale”, che riguarda i valori universali, quelli
della legge naturale. Secondo le statistiche, nell’anno scorso
hanno frequentato regolarmente il Catechismo 18.000 bambini.
Visita
pastorale
Data la vastità del Vicariato, fin dall’inizio mi sono
impegnato a fare la Visita Pastorale ogni anno. Una difficile e faticosa
iniziativa, anche a causa dei visti ecc, ma con ottimi frutti per i
padri, le suore, ed i fedeli, un’ottima occasione per incontrarmi
con le autorità locali, con le quali si sono stabiliti ottimi
rapporti che sono stati di grande aiuto per la nostra presenza.
Incontri
annuali
Fin dall’inizio ho cercato di organizzare ogni anno un incontro
di vari giorni con tutti i sacerdoti del Vicariato, per discutere insieme
problemi, difficoltà ed iniziative, ed incrementare così
l’unione e la cooperazione tra padri provenienti da diversi paesi
e culture. Questi incontri annuali, nell’impossibilità
di incontri più frequenti, sono sempre stati molto attesi e molti
apprezzati, al fine di organizzare meglio l’assistenza pastorale
alle varie comunità cosmopolite e di riti diversi. Attualmente
sono presenti nel Vicariato 47 sacerdoti, di cui 32 cappuccini, 70 suore
di diverse congregazioni, tra cui 24 di Madre Teresa di Calcutta che
hanno, nello Yemen, 4 istituti per bambini handicappati e vecchi abbandonati.
Queste suore Missionarie della Carità sono molto preziose anche
per potere tenere sacerdoti nello Yemen. Fu proprio Madre Teresa, al
momento di decidere l’apertura delle Case della Congregazione
in quel Paese, ad imporre la presenza di sacerdoti “per l’assistenza
spirituale delle suore”: le autorità politiche erano molto
interessate ad avere le suore, per l’attività caritativa
che avrebbero svolto in favore della popolazione, ma Madre Teresa non
accettò finché non ebbe la garanzia che ci sarebbero stati
anche i sacerdoti.
Arabia
Saudita
L’Arabia Saudita è la terra che ha dato i natali a Maometto.
La Mecca e Medina, i due luoghi più sacri dell’Islam, sono
in Arabia Saudita. Questo spiega, almeno in parte, quanto sia complessa
e difficile la situazione per i cristiani in questo Paese, dove nessuna
attività di culto diversa da quello islamico, è consentita.
Il Papa Giovanni Paolo II si è molto impegnato per questa difficile
situazione, oggetto delle sue continue preoccupazioni, ma finora non
si son visti miglioramenti. Qui viviamo ancora come nelle catacombe,
per quanto sia proprio qui la maggioranza dei cattolici. Calcoliamo
che attualmente nel Vicariato i cattolici siano circa 3 milioni; di
questi, almeno la metà sono nell’Arabia Saudita, con nessun
permesso di tenerci ufficialmente sacerdoti. Nonostante tutti questi
problemi, e i rischi connessi, la mia Visita Pastorale ogni anno l’ho
fatta anche in quel Paese.
La
mia opinione del mondo islamico
Questi 29 anni sono stati intensi di attività, di grandi problemi
e di difficoltà. Tuttavia il Signore ci ha aiutato in una maniera
meravigliosa, soprattutto attraverso la preziosa cooperazione di ottimi
sacerdoti e suore. Grande aiuto e cooperazione l’ho avuta anche
da parte dei laici a tutti i livelli. Sono dell’opinione che il
migliore approccio con il mondo islamico sia sempre quello di cercare
a tutti i costi il dialogo e la cooperazione, dimenticando il passato
e superando qualsiasi difficoltà e nel rispetto vicendevole promuovere
la giustizia sociale, i valori morali e la pace.
Tutto sommato, questi sono stati anni molto positivi per la presenza
della Chiesa nel cuore dell’Islam. Vorrei anche affermare che
fra i Mussulmani, specialmente tra le autorità, ho trovato cooperazione,
simpatia ed aiuto. Durante il mio ministero, man mano che crescevano
le mie relazioni con le autorità locali, ho avuto la gioia di
vedere avviare relazioni diplomatiche con il Vaticano da parte di Yemen,
Qatar e Bahrain. Altri Paesi del Golfo sono pure interessati e stanno
lavorando per questo scopo.q