LA PAROLA AL SEGRETARIO
Riprendiamo il cammino
fr. Corrado

Come ad ogni Autunno, si riprende il cammino! Sembra che tutto sia nuovo e si sente profonda la necessità di programmare: giusta e onesta esigenza che giganteggia in me responsabile e mi fa porre sovente al tavolino con carta e penna per prevedere e programmare l’anno che siamo soliti chiamare sociale o meglio ancora pastorale. Nuovo anno di pastorale e di formazione missionaria per il nostro Centro di Prato.
Quest’anno, diversamente da quando ero in parrocchia, ho abbandonato la penna e mi sono detto: «Questa è una sfida allo Spirito Santo che guida la Chiesa: alla sua voce bisogna essere attenti per eseguire quanto Dio ci comunica».
Poi la necessità di programmare, pur non spegnendo la fiducia nello Spirito Santo, prende il sopravvento e allora penso ad una programmazione dell’animazione in luogo, nei gruppi, nelle parrocchie, tenendo presenti tutti i binari della Chiesa: catechesi, liturgia, servizio della carità presso i vicini e i lontani, volontariato missionario e non. Vorrei innanzitutto una programmazione che non mi dia la sicurezza di aver fatto tutto, ma che abbia la flessibilità e l’apertura alle nuove situazioni che si vengono man mano creando e alle quali si deve far fronte; una programmazione che lasci aperte porte e finestre alle altre realtà comunitarie, che esca fuori dal proprio ghetto, che vada verso la Chiesa locale e quella universale e con essa verso il mondo intero, perché vi spiri un po’ dell’aria che tira in tutto questo; una programmazione che cerchi di scoprire il progetto di Dio su di noi piuttosto che costruirne uno tutto nostro agganciato solo nominalmente a quello di Dio; una programmazione in cui risplendano corresponsabilità, partecipazione e complementarietà di tutti, specie dei laici, una programmazione che si può fare anche a tavolino, ma che si vive nel campo di battaglia di ogni giorno e si sperimenta nelle situazioni della vita e particolarmente in una liturgia vissuta nella donazione, nel gesto concreto di amore che fa scoprire in noi l’immagine del Figlio che tanto ha amato gli uomini da donare sé stesso. E’ innanzitutto questa la programmazione che mi piacerebbe fare con i gruppi missionari, con le fraternità tutte, incominciando da quella in cui vivo.
Programmare è una necessità che deve essere sostenuta dalla fiducia nello Spirito Santo. q

 

MEDAGLIA D’ORO

wpe8.jpg (12478 byte)Il 15 agosto Siena ha voluto ricordare di nuovo la cara Lisa Serafini in una occasione veramente significativa: alla mamma Angelica, il Sindaco di Siena Sig. Piccini e l’Arcivescovo Bonicelli, hanno consegnato la Medaglia d’oro di civica riconoscenza perché si è prodigata in modo esemplare per i sofferenti, fino al sacrificio.
Diamo la parola a Lisa riportando una sua pagina di diario scritta il 19 dicembre 1993 a Rilima in Rwanda, in pieno dramma del popolo rwandese:
Quello che non riesco ancora ad accettare, cioè a non starci male, a non arrabbiarmi dentro, sono i bambini. Quando posso vado sempre io a dare il latte ai bambini dei campi inviati qui da "Mediciens sans frontières" e tutte le volte torno con il cuore da buttare via.
Sono magri, troppo magri, hanno gli occhi stupendi, oramai li conosco tutti e a tutti ho dato il soprannome.
Quando li prendo in collo sembra che si rompano, piangono sempre dalla fame (mangiano due volte al giorno qui, ne dovrebbero mangiare almeno sei) ma poi dopo il biberon, quando li ho lavati e vestiti sono stupendi, ridono, ridono, non perché sei bianca e sanno che porti loro qualcosa, ancora non sanno che siamo diversi, ridono perché si sentono meglio, almeno in quell’attimo della giornata.
Vorrei portarmeli tutti via con me. I bambini sono veramente ciò che c’è di più bello in questo posto, delle volte anche di più doloroso.
Ne ho visti tanti morire e morire nel più brutto dei modi. Non c’è tempo qui per il dolore, ce ne vorrebbe troppo di tempo; quando qualcuno muore sei obbligato a coprirlo con un telo e lasciare che si riempia di mosche fino che qualcuno non lo porta via per buttarlo in una fossa costruita apposta, nella sola speranza di una vita migliore dopo così tante sofferenze
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KIBAIGWA  - Tanzania:
nasce una nuova Parrocchia

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Grazie all’infaticabile P. Fabiano e alla generosità di alcuni amici in Italia, in pochi mesi sta prendendo forma una bella e grande chiesa parrocchiale che sarà completata con casa per i Padri, casa per le Suore, asilo per bambini e strutture parrocchiali necessarie.
Dal 1° luglio 1999 P. Fabiano ha lasciato Mlali ed è stato nominato parroco di Kibaigwa, centro commerciale in forte sviluppo sulla strada asfaltata che da Dodoma porta a Morogoro, non lontano da Pandambili.
La nuova Parrocchia servirà 12 villaggi e così alleggerirà l’ormai insostenibile lavoro pastorale della Parrocchia di Kongwa che comprendeva ben 28 villaggi e quello della Parrocchia di Mlali.
Come ci scrive P. Fabiano, la gente ha risposto con entusiasmo: da ogni villaggio si collabora per affrontare i problemi pastorali e materiali relativi alla nuova realtà. La gente è consapevole che non può dare un aiuto in soldi per le nuove costruzioni, ma si sono organizzati per fare quanto possono.
Ogni giorno c’è un turno di 15 persone che offrono manovalanza gratuita per la costruzione della chiesa. Anche le donne e i giovani di ogni età non si sono tirati indietro, tutti hanno voluto dimostrare partecipazione e interesse all’opera.
Non ci sono lamentele per la fatica, ci si adatta a tutti i lavori: spostare i blocchi di cemento, trasportare la ghiaia, le pietre, caricare e scaricare sabbia, stendere terra bianca sul viale che dalla chiesa porta all’asfalto:
«Avreste dovuto vedere - dice P. Fabiano - come diventavano bianchi... dalla polvere e quanta ne abbiamo mangiata fino alla sera, pur di finire, e nessuno si è lamentato. Una vera lezione per me».
Per quello che possono cercano di portarsi anche il mangiare da casa per non pesare sulle finanze della Parrocchia. q

DALLA NIGERIA

Un’estate densa di appuntamenti quella della nostra Custodia Nigeriana.
Nel mese di Agosto P. William Kraus, cappuccino americano attualmente missionario in Messico, ha tenuto ai nostri giovani postulanti, novizi e professi un interessante corso di Francescanesimo.
l Il 13 agosto ad Ibadan i 17 giovani frati hanno rinnovato la loro professione dei voti per un anno.
l Il 21 agosto al Convento di Enugu si è celebrata l’Ordinazione sacerdotale di P. Adolphus Nwandu, decimo sacerdote della Custodia Nigeriana. Vescovo consacrante è stato Mons. M. Eneja, Vescovo emerito di Enugu.
l Il 4 settembre ad Onitsha Prima Professione dei sei novizi: fr. James, fr. Stephen, fr. Uchenna, fr. Augustine I., fr. Benedict, fr. Augustine K.
l L’11 settembre ad Enugu, in assenza del Custode, P. Peter, 1° Consigliere, ha ricevuto le Professioni perpetue di fr. Paul E., fr.Fredrick I. fr.Peter E., fr.Charles C.
Quest’anno non ci sarà ingresso di nuovi giovani al Noviziato perché è stato deciso di portare il postulato da uno a due anni. Perciò il presente gruppo di postulanti dovrà fare un secondo anno di Postulato.
Dall’ottobre prossimo ci sarà un’altra novità: dopo il Noviziato ci sarà un anno di Post-noviziato, senza studi accademici, ma interamente dedicato alla formazione religiosa e francescana. la sede designata è il nuovo Convento di Ibadan in via di ultimazione.
Il 25 agosto è arrivato in Italia P. Cosmas Uzowlu della fraternità di Enugu, per specializzarsi a Roma in Studi Biblici. q

L'ANTICO CONVENTO GERMOGLIA ANCORA
Serata Pro Missioni

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A Castiglion Fiorentino la sera del 21 agosto il Convento dei Cappuccini, purtroppo abbandonato da anni, ha vissuto un momento ricco di vita. Grazie alla buona volontà e alla tenacia di P. Giuliano e di un gruppo di amici che frequentano la bellissima chiesa dei Cappuccini (l’antica Pieve di Retina), circa duecento persone si sono incontrate per pregare, riflettere e donare generosamente del proprio a sostegno dell’Opera missionaria dei frati Cappuccini.
Erano presenti P. Goffredo, missionario in Nigeria, la signora Ezissi, Ministro dell’OFS di Onitsha (Nigeria), i frati del Centro Missionario di Prato, il Padre Provinciale, il Sindaco di Castiglion F.no e un buon numero di sacerdoti.
L’iniziativa è nata con semplicità, volendo riunire per un momento di preghiera e di riflessione, le persone che frequentavano la chiesa dei Cappuccini, poi, l’evangelico passaparola e la Grazia dello Spirito Santo hanno reso la serata un vero dono di Dio per tutti. L’antico Convento dei Cappuccini come un vecchio ceppo, germoglia ancora. q

MUSICA E MISSIONI
Sulle note di un ... incontro

Sonia Gelsumini

pratoconc.jpg (11065 byte)Sabato 5 Giugno, per la Famiglia francescana di Prato, è stato un giorno da ricordare, di quelli che si inseriscono in archivio. Perché? Vi chiederete.
Il perché è semplice: nel pomeriggio abbiamo organizzato un grande gioco per bambini, dal tema "Una merenda internazionale" e dopo cena un concerto rock, il tutto in beneficenza per le missioni. Come nasce tutto questo? Per caso, come tutte le cose che, ti accorgi poi, hanno un senso profondo per te.
Certo, in questi casi, il rischio di scadere nel tradizionale buonismo è reale, ma in noi ha prevalso fortemente un’altra motivazione: il desiderio di presentarsi agli altri, di aprire le porte della nostra fraternità, di creare occasioni di incontro (il titolo che abbiamo scelto per questa giornata di festa indica palesemente le nostre intenzioni).
Consapevoli che, in una società dove predomina l’individualismo e la competitività, il fatto di lavorare insieme e di collaborare non è per niente scontato, abbiamo voluto inventare un momento in cui bambini, adulti e anziani potessero trovare occasioni di unione. Oltre le barriere, oltre le ideologie, oltre le convinzioni religiose, semplicemente perché crediamo che incontrarsi, e star bene insieme sia un valore.
La potremmo definire la sfida del terzo millennio: imparare non solo a convivere, ma a collaborare insieme in una società in cui le etnie e le religioni diverse saranno sempre più numerose.
Ecco, allora, il senso del gioco nel pomeriggio: adulti che, abbassandosi al livello dei bambini, giocano con loro in una trama non competitiva, il cui unico obiettivo è collaborare in squadra per scopi di pace.
Ecco, allora, il senso del concerto della sera: la musica diventa occasione per incontrare altre persone con l’unica intenzione di stare bene insieme.
Una goccia nell’oceano? Forse; ma se l’oceano non avesse tutte le sue gocce non sarebbe ciò che è! q

MAL D'AFRICA
fr. Alessandro Merighi

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Mal d’Africa? Non esiste. Parola di reduce!
Comunque se mal è chiamato deve avere una patologia alquanto tipica, qualche cosa di eccezionale. Perché non è una febbre tipo malaria, colera o tifo, quindi non possiamo classificarlo in un trattato di medicina. Esistono i vaccini contro la malaria, il colera, la febbre gialla ecc. ma sembra non ce ne sia uno per questo creduto male.
Se vogliamo assecondare questa popolare affermazione non dobbiamo pensare ad una comune malattia, ma ad una finissima intossicazione psicologica, vorrei dire ad un contagio che avviene al momento che tu risiedi in Africa per un certo tempo, ma che avverti solo al momento del rientro in Europa. Solo allora si sente che qualcosa ci crea disagio che, pur nell’ondata degli affetti familiari, non viene attenuata. Ed è il silenzio intorno a te, specie nella notte, che si riempie ancora del suono felpato e preciso di tamburi, di nenie, oppure il tripudio scomposto ma semplice e genuino di un matrimonio che si celebra... i barriti dell’elefante sempre in cerca di foraggio e acqua, oppure del ridere della iena ridens sulle miserie della vita... il brontolio gutturale dei felini che si aggirano per sfamarsi.
Non è ancora spuntato il sole che cominciano le garrule comitive che vanno anche per vari chilometri ad attingere acqua pretiosa e casta per la vita di tutte le creature. Il circolare di biciclette traballanti, gli autobus sgangherati obbligati a safari difficoltosi su strade tracciate più dalla violenza delle bufere stagionali che non dalla mano dell’uomo. Poi la miriade d’insetti che hanno il loro sibilo, il suono cadenzato del kinu dove la massaia macina il granturco per la mensa frugale. I bimbi mezzi vestiti che giuocano con il pallone fatto di carta, i giovani che si osservano, e i vecchi... vecchi si ma dritti nonostante l’età, mentre il malato avvolto nella coperta se ne sta al sole vicino alla capanna per un sollievo al suo disagio. E lo scolaro che si affretta a piedi alla sua scuola e che avrebbe piacere di una cartella per i suoi libri e quaderni ma che allegro si contenta di una busta di plastica. Tutta questa successione di immagini e di emozioni ti mettono a disagio e puoi avere l’impressione che questo sia il famoso mal d’Africa. Ma non ti lasciare abbacinare da questo pur esiguo lampo perché se c’è il mal d’Africa non è per tutto ciò. Te le dirò la prossima volta. q

COLLE ROCK A FIRENZE
Laura Fambrini

Montughi.jpg (15064 byte)Anche quest’anno, noi giovani della Parrocchia di S. Francesco e S. Chiara a Montughi, abbiamo organizzato la consueta festa di Giugno - il cosiddetto Colle rock.
Questa volta, come anche nel ’97, il ricavato è stato devoluto alle Missioni dei Cappuccini in Tanzania. Più precisamente abbiamo partecipato alla realizzazione di un’aula catechistica presso il piccolo villaggio di Lukole e all’arredamento della Casa per anziani di Mlali.
La festa si è svolta con grande successo il 5 e 6 Giugno scorsi nel giardino parrocchiale Il Colle, con musica dal vivo, cabaret, gastronomia, mercatino e artigianato.
Da sottolineare il prezioso contributo delle nuove leve della comunità con le quali alcuni di noi auspicano vivamente di ricostruire il nuovo Gruppo Missionario Giovanile. q

 

IL C.A.M. NELLA "RAGNATELA"
Andrea - Gifra di Pratoi

La ragnatela menzionata nel titolo non è certo quella di un ragno, ma quella di Internet. Da alcuni mesi infatti è on line la home page del C.A.M. (anche se non è completa al 100%), dove è possibile navigare tra le pagine di questa rivista, vederne le foto, sapere sulle adozioni a distanza, o scaricare le notizie direttamente sul vostro PC. Noi della fraternità di Prato (GIFRA, O.F.S. e frati) pensiamo che Internet, possa in parte diminuire le distanze nel mondo, semplicemente con un click !
Per adesso i fatti ci danno ragione, con notevoli contatti da ogni parte d’Italia e qualche contatto anche dall’estero. q

Ecco gli indirizzi per accedere alle pagine del C.A.M.:
www.cyber.it/missioni
Altri indirizzi:
pagine della GIFRA toscana:
www.cyber.it/gifra
pagine dell’O.F.S:
www.cyber.it/ofs
pagine della Gifra italiana:
www.gifra.org 

 

GRAZIE FRATELLI!
fr. Daniele

MBUGA.jpg (17412 byte)
Durante il recente viaggio in Tanzania, sono stato nelle Missioni dove più si è sofferto la fame nei mesi scorsi. L’ impegno infaticabile dei missionari e i due containers di granturco inviati a febbraio, hanno evitato il peggio in tanti villaggi. Ho ascoltato tante voci commosse ripetere: Grazie !
A Mbuga la missione più isolata, a 1800 m. di altitudine, il capo del villaggio e tutta la popolazione ci ha fatto un’accoglienza straordinaria: ci sono venuti incontro per la strada, ci hanno fatto scendere dalla Toyota e cantando e ballando ci hanno accompagnato fino alla Missione. Erano le 13, la gente ci aspettava dalle 9, eravamo in ritardo per un guasto all’auto.
Insieme a voi abbiamo vinto la fame, grazie fratelli !
Così ci ha salutato il capo villaggio. Lì, in quel momento noi frati Cappuccini rappresentavamo tutti voi che, mossi dalla carità di Dio, avete manifestato amore verso questi fratelli lontani. Secondo la promessa evangelica, Dio vi renda cento volte tanto. q

SANTI COME PAZZI
Don Luciano Musi un parroco missionario francescano

Parrocchialivorno.jpg (11416 byte)"Per vivere in pienezza, per farsi santi, occorre disciplina e un pizzico di follia" (Rabì Abharam Heschel).
Subito dopo la Pasqua, quest’anno ho trascorso alcuni giorni ad Assisi. Vi sono andato col desiderio di gustarne l’atmosfera, di inebriarmi dei suoi scorci, dei suoi rumori, dei suoi odori; di percepirne lo spirito e i gusti.
Mi sono recato alla tomba di San Francesco, per stare un po’ di tempo con quell’uomo che occupa un posto tanto grande nella mia vita. Dopo il Cristo non riesco a trovare nessun altro che abbia avuto altrettanta importanza per me e, citando François Mauriac, sono portato a dire: "Proprio per questo non vi è nessuno che io abbia maggiormente tradito". Se ti fermi presso quella tomba non puoi fare a meno di sentirti terribilmente piccolo, terribilmente inutile. Ti senti come sommerso e quasi schiacciato da tutti i tuoi compromessi, i tuoi tradimenti, le tue doppiezze, i tuoi grandi discorsi e le tue misere opere.
Qualche anno dopo la morte del Santo, frate Tommaso da Celano scrisse: «Tu sai, o santissimo, quanto noi siamo lenti nel seguire le tue orme... aiutaci a seguirti... sai quanto siamo tiepidi e indolenti, pigri e fiacchi, noi che viviamo a metà per via della nostra rilassatezza. Vedi quanto siamo riluttanti nell’imitazione di te. Abbagliati e cocenti sono i nostri occhi quando miriamo il fulgore della tua santità».
Raccolto presso quella tomba capisci quello che Tommaso intendeva dire. La tomba è situata in una cripta sotterranea e mentre scendi quelle scale è come se tu scendessi nel profondo di te stesso. E là, presso le ceneri e le ossa di Francesco d’Assisi, ti trovi faccia a faccia col tuo vero essere. Eppure, il peso di questa percezione non ti opprime. Vi è qualcosa, in questo luogo, che proietta uno spietato fascio di luce su tutto quello che sei, senza però gettarti nel disorientamento e nella confusione, bensì dandoti l’intima certezza che sei accettato e che ti trovi alla presenza dell’uomo che percorse la terra come dice Chesterton, come perdono di Dio, ... la cui presenza segnò il momento in cui agli uomini era data l’opportunità di riconciliarsi non solo con Dio, ma anche con la natura e, ciò che è più difficile, con se stessi.
Di solito in quel luogo regna il silenzio e persino quando esso è turbato, vi aleggia una tale pace che ti appare più forte del sommesso rumore prodotto dai pii pellegrini e dal mormorio dei turisti. Là puoi restare seduto per ore e dimenticare tutto il resto. In effetti, se ti capita di trovarti nei pressi della Basilica, sarà difficile che tu possa resistere alla tentazione di scendere nella cripta e sostarvi per un po’. Ma una volta che sei lì, non stare a guardare l’orologio, perché non dice la verità.
E io mi trovavo là e alla presenza di Francesco riflettevo sulla mia vita sacerdotale, sul mio essere parroco, sull’evangelizzazione della comunità parrocchiale, sull’attività apostolica da iniziare, intraprendere, portare avanti. Quest’uomo, Francesco, ha apportato nella mia vita una prospettiva nuova e per oltre un decennio ha plasmato il mio modo di pormi di fronte alla realtà: da Dio e da Cristo, alla terra, al pane, ai fiori di plastica...
Vorrei sempre più scrutare da vicino Francesco e cercare di rivedere con i suoi occhi tutte queste cose. Ritornando in parrocchia, una cosa so di sicuro, che Francesco, come il Vangelo, è di un’attualità sconcertante e che il Giubileo prima e l’azione evangelizzatrice della Chiesa poi, non possono fare a meno dell’anima francescana, del "pax et bonum" "pace e bene" che Francesco ha divulgato per le strade di tutto il mondo. q

UN'ESPERIENZA DI DESERTO ALLE "CELLE" DI CORTONA

Nel programma del deserto, organizzato dal Segretariato per la Pastorale Giovanile e Vocazionale, svoltosi presso le Celle di Cortona dall’ 8 al 13 Agosto, giovedì 12 è stato dedicato alla riflessione sul tema: La Missione - chiamata di tutti i credenti in Cristo.
Hanno animato la giornata i PP. Missionari Carlo Serafini, Vincenzo Gherardini del Tanzania e P. Goffredo direttore della casa di formazione di Ibadan (Nigeria). Presente anche il P. Segretario Corrado Trivelli che ha presentato i PP. Missionari ed ha introdotto, nel pomeriggio, il dialogo sulla tematica del giorno, sulla quale già aveva intrattenuto il P. Goffredo durante la solenne Concelebrazione delle ore 12.q

GEMELLAGGI...
Dal G.S. Bellaria Cappuccini di Pontedera a Kongwa - Tanzania Africa
fr. Fedele Brizzi

Volendo far volare ancora più in alto le idealità del Gruppo Sportivo, nei primi giorni di gennaio, il Presidente Piero Becattini ed il suo Segretario Giovanni Carli, mi chiesero se era possibile mettere in contatto, per un gemellaggio, la nostra Associazione, con un villaggio africano. Ho contattato, invitandoli qui, i responsabili Cappuccini della nostra Missione in Tanzania. Con loro è venuto anche il mio carissimo condiscepolo P. Silverio Ghelli che ci ha rassicurato sulla fattibilità del progetto e con indicibile entusiasmo ci ha garantito di portare avanti personalmente il gemellaggio.
Questa iniziativa aiutarà molti giovani africani, che hanno lo stesso bisogno di valori, ideali ed amore dei nostri, ad occupare il loro tempo libero in modo sicuro e sano.
Il nostro contributo iniziale sarà quello di fornire gli equipaggiamenti completi per due squadre, una di calcio, l’altra di pallavolo. Il gemellaggio avrà così in questo la sua... andata, ma non mancherà, vedrete, di avere, il suo... ritorno, intanto in un migliore apprezzamento, nei nostri giovani, di quello che già hanno. E’ proprio vero ciò che diceva S. Francesco: E’ dando che si riceve! q

PENSANDO AL MIO MATRIMONIO...

Vorremmo far conoscere la scelta di Marco ed Elisa della GIFRA di Pontedera in occasione del loro matrimonio:
In occasione del nostro matrimonio vorremmo coinvolgervi in un progetto che ci sta molto a cuore. La nostra gioia di formare una famiglia sarà più grande se potremo condividerla con una famiglia della lontana Nigeria dove operano i nostri amici Missionari Cappuccini. Tramite loro vorremmo far giungere il nostro aiuto.
Se vorrai farci un regalo, ti proponiamo di limitarne il valore e di utilizzare il denaro "risparmiato" per questo nostro progetto, utilizzando il bollettino che troverai presso le nostre famiglie.
Ci auguriamo che tu possa comprendere la nostra decisione, comunque ogni tua scelta sarà accolta come segno del tuo affetto.
Grazie!

INCONTRO DEI MISSIONARI
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Il 22 Giugno alla vigilia della partenza del P. Provinciale e del P. Daniele per la visita alla Missione del Tanzania, presso il Centro si è organizzato un incontro fraterno di tutti i missionari presenti in questo periodo in Provincia con i confratelli della Comunità locale e confratelli delle Fraternità limitrofe. Erano presenti Montecatini, Pistoia, S. Casciano, Peccioli, Careggi e Borgo San Lorenzo.
Dopo i saluti e l’accoglienza, il P. Segretario fr. Corrado, ha spiegato ancora una volta ai missionari e agli altri confratelli presenti, lo scopo del nuovo Centro di Animazione e le mete che, con l’aiuto di Dio e di tutti, si propone di raggiungere.
Durante la celebrazione dell’Ora media, il P. Provinciale ha dettato una breve meditazione. Alle 13, nel refettorio conventuale, condivisione fraterna, con un pranzo gustosissimo, che è stato preparato dai cari amici Emma e Berto.q