A breve distanza dall’ultima
visita ai confratelli cappuccini della Custodia Nigeriana, siamo
di nuovo tornati per partecipare al Capitolo di questa Fraternità
che conta già 45 giovani cappuccini, di cui 30 di voti
perpetui e perciò aventi diritto di voto per la scelta
dei superiori. Insieme a me erano il P. Provinciale, Luciano Baffigi
e P. Guglielmo Maria Papucci, economo provinciale. Il Presidente
del Capitolo di diritto è stato P. Luciano, in quanto la
Custodia è ancora unita giuridicamente alla Provincia religiosa
Cappuccina Toscana.
L’assemblea
si è svolta in un clima di serena e fraterna comunione.
Le relazioni presentate ai convocati sono state esaurienti, come
le proposte presentate durante il dialogo fraterno. Sono emersi
problemi e difficoltà in ordine ai luoghi di accoglienza
per la formazione, per la divisione fra gli anni della medesima,
così come in ordine all’economia. Da questo punto
di vista, l’obiettivo è scoprire dei mezzi autonomi
di sostentamento in luogo, per non continuare a dipendere in tutto
dalla Provincia madre. I nostri fratelli nigeriani hanno necessità
di sentirsi autonomi, almeno in parte, non per superbia o rifiuto
della nostra collaborazione, ma per avere uno strumento in più
per la maturazione comunitaria e spirituale.
Comunque abbiamo
garantito che, finché ci sarà bisogno, noi saremo
presenti con tutta la forza della fraterna carità. Anche
se domani, e questo forse avverrà presto, la Custodia verrà
dichiarata Vice-Provincia Generale, non ritireremo in assoluto
il nostro sostegno. “Può una madre dimenticare i
suoi figli?“. All’elezione,
sono risultati eletti: P. Mark Ezeh Custode, quindi confermato
per un secondo triennio, P. Charles Chigbata 1°Consigliere
(Nuovo eletto), P. Somadina T. Ibe-Ojiludu 2° Consigliere
(Nuovo eletto).
Ad
elezione avvenuta abbiamo ringraziato il Signore con una Solenne
Concelebrazione.
I nuovi superiori, insieme al Padre Provinciale, hanno trattato
la scaletta di argomenti prioritaria con i presenti in assemblea,
dopodiché alle ore 13 di Venerdì 24 Agosto, con
il pranzo, si è chiuso il IV Capitolo della Custodia dei
PP. Cappuccini della Nigeria.
La nostra presenza tra i fratelli nigeriani, non poteva limitarsi
alla partecipazione al Capitolo, anche se è stato il motivo
più importante della visita. Abbiamo voluto raggiungere
tutti i cappuccini nelle loro sedi e salutare quelli che non erano
presenti all’assemblea capitolare, vale a dire tutti i professi
di voti temporanei, i novizi e anche i postulanti presenti nella
comunità di Onitsha. Questa ultima fraternità l’abbiamo
visitata Sabato 25, mentre quella di Enugu, domenica 26. È
stato ad Enugu che abbiamo avuto la gioia di partecipare alla
posa della prima pietra della Chiesa e casa parrocchiale della
nuova parrocchia dedicata a S. Francesco di Assisi, nel quartiere
di Ugbene alla periferia della città, una solenne concelebrazione
presieduta dal Vescovo di Enugu Mons. Anthony O. Gbuji, alla presenza
di una assemblea di fedeli numerosissima. Presenti anche le autorità
delle circoscrizioni e della nuova comunità parrocchiale.
Il Vescovo, durante l’omelia, ci ha rivolto parole incoraggianti
e veramente amichevoli. È stata sua volontà offrire
a noi cappuccini, ed in perpetuo, la cura pastorale di questa
grande comunità di cattolici, per la quale il terreno è
stato donato da uno dei capi politici della città, nonché
la chiesa, l’abitazione per il parroco e suoi collaboratori,
con il contributo in parte della diocesi e in parte dei benefattori,
tra i quali possiamo inserirci anche noi.
È un prezioso progetto
pastorale che dobbiamo prendere in seria considerazione, poiché
dopo il periodo di crescita ad intra delle nostre fraternità
cappuccine nigeriane, è giunto il momento dell’impegno
ad extra, prendere cioè il largo per una testimonianza
di fede e di carità verso tanti fratelli laici, siano essi
cattolici o no. Cosa, del resto, già avvenuta a Lagos,
dove i nostri confratelli sono inseriti nell’attività
della vicina parrocchia e nel servizio pastorale presso i più
poveri ed emarginati, nelle isole della laguna, così come
ne abbiamo già parlato su un numero di questa rivista.
Anche questa volta, dopo la visita al Convento di Olunde, centro
dedicato a P. Pio da Pietrelcina, in Ibadan, siamo passati da
Lagos, dove i nostri fratelli ci hanno condotto a visitare l’isola
di Tomaro dove risiede una piccola e poverissima comunità
di profughi. Come avviene già da tempo all’Isola
del serpente, anche questa comunità viene raggiunta via
mare ogni fine settimana per le celebrazioni liturgiche, la catechesi
e il servizio della carità.
L’accoglienza
di questi semplici e poveri secondo il Vangelo è stata
commovente. Edificante l’impegno dei nostri giovani cappuccini
locali, che si dedicano all’accompagnamento e alla formazione
di questa comunità. Le difficoltà non sono poche,
la maggiore è nelle relazioni, poiché questo gruppo
parla solo la lingua della tribù Yoruba, alcuni “masticano”
un po’ di francese e solo alcuni conoscono la lingua inglese,
ufficiale e obbligatoria per i cittadini nigeriani. Per dialogare,
spesso è necessario avere due interpreti, il che non è
facile. Apprezzabile quindi la buona volontà di coloro
che svolgono l’apostolato nell’isola, poiché
stanno dedicandosi allo studio della lingua dei locali e della
lingua francese.
Dopo questo incontro, ultimo della nostra visita alla Custodia,
abbiamo constatato con gioia che anche dove si è fatta
“missione“ sono ora gli stessi residenti in loco che
fanno missione. E ciò che è stato ricevuto, adesso
viene generosamente donato.