Padre
Angelo Simonetti, frate cappuccino della provincia toscana in
Italia, mente e cuore di questo Centro, ha speso tutta la sua vita sacerdotale
nelle missioni estere. Nel 1952 lasciò l'Italia per raggiungere
i cappuccini toscani nella loro missione di Agra, nell'India del Nord.
Dopo alcuni anni là P.Angelo andò in Australia, e nel 1959 si stabilì
in Tanzania. Egli stesso afferma di aver sempre desiderato, fin dai primi
anni del suo sacerdozio, di poter fare qualcosa per i bambini portatori
di handicap fisici o mentali, o che fossero stati colpiti dalla lebbra.
Il suo sogno, comunque, non poté realizzarsi subito per diversi motivi.
Nonostante in India vedesse moltissimi bambini bisognosi intorno a se,
sentiva che i tempi non erano ancora del tutto maturi. Sia l'India che
l'Italia, dove lui sperava di trovare sostegno morale ed economico, si
stavano ancora riprendendo dai disastri della seconda guerra mondiale.
Così l'idea venne messa da parte finché non si svilupparono circostanze
migliori e più favorevoli.
Quando P. Angelo arrivò in Tanzania nel 1959, il paese era impegnato nell'ottenimento
dell' indipendenza dalla Gran Bretagna. Sempre nell'ottica di trasformare
i suoi sogni in realtà, iniziò a prendere contatto con la gente, facendo
del bene. Nel 1964 si informò presso alcuni ufficiali con alte cariche
governative riguardo alla possibilità di realizzare una struttura per
bambini disabili, ma gli fu detto di far avere i fondi al governo; poi
le autorità tanzaniane avrebbero costruito e gestito tale Centro. P. Angelo
però voleva che il Centro fosse nelle mani dei Padri Cappuccini, come
espressione della forza dello spirito francescano, vivere con i poveri
e i sofferenti ed aiutarli con ogni mezzo e in ogni modo. Così, ancora
una volta, dovette mettere da parte la realizzazione del suo sogno finché
la situazione non migliorò.
Nel frattempo il Signore mostrò a P. Angelo un nuovo ambito pastorale
che aveva più urgentemente bisogno della sua disponibilità, della sua
giovane energia e soprattutto della sua dedizione francescana. Nei primi
anni '60 c'erano molti italiani che lavoravano in Tanzania. Molti erano
esperti, tecnici ed operai specializzati che lavoravano per realizzare
i progetti governativi; altri erano uomini d'affari che investivano il
loro denaro nel paese dopo l'ottenimento dell'indipendenza. Si stima che
ci fossero più di 1.400 italiani in quel periodo, ed erano diffusi un
po' ovunque sul territorio della Tanzania. P. Angelo sapeva, per la sua
esperienza diretta in Australia, quali fossero le necessità degli emigranti
italiani laggiù; così decise di dedicarsi, da giovane missionario, al
loro benessere. Quando questa notizia giunse alle più alte autorità religiose,
la Sacra Congregazione Concistoriale del Vaticano lo nominò cappellano
nazionale per tutti gli italiani della Tanzania. Era durante questi anni
che visitava regolarmente i suoi connazionali, ovunque si trovassero;
poi, più tardi, costruì la chiesa per la comunità italiana di Dar es Salaam,
a Upanga. Negli anni successivi questa parrocchia cominciò a darsi da
fare per tutti i cattolici, indipendentemente dalla loro nazionalità,
e durante gli anni '80 divenne una delle chiese più frequentate e meglio
servite tra quelle gestite dai cappuccini. Inoltre, molte persone che
ancora si rammentano di quei primi anni di P. Angelo, ricordano la sua
sorprendente generosità ed i suoi instancabili servigi non soltanto per
gli italiani, ma per chiunque gli si rivolgesse, chiedendogli ogni tipo
di aiuto o consiglio.
UN
CENTRO PER BAMBINI IN ETIOPIA
Nel 1970 i missionari della Consolata erano di nuovo in Etiopia. Avevano
conosciuto P. Angelo e sentito parlare dei suoi sogni e delle sue capacità;
così lo invitarono là affinché li aiutasse a fondare un Centro per bambini
disabili a Gigesa, nella regione di Shoe. La proposta venne approvata
sia dal superiore generale dei Padri della Consolata che dal ministro
provinciale della provincia Toscana dei Cappuccini. Così P. Angelo lasciò
la Tanzania per un po', ma soltanto per aiutare i bambini disabili, che
avevano un posto così speciale nel suo cuore. Per ben sette anni lavorò
in Etiopia. Costruì e gestì il Centro per bambini disabili a Gigesa, che
poteva ospitare 50 bambini per volta. E durante quegli anni Dio solo sa
quanti bambini poterono essere riabilitati grazie a quel Centro. Non è
così facile fare il conto di quanti bambini disabili riabilitati hanno
ritrovato la loro strada nella società e sono stati in grado di dare un
forte contributo alla costruzione del loro paese, senza più essere un
peso per nessuno, ma anzi sfruttando le loro nuove capacità. Il Signore,
comunque, voleva ancora il lavoro di P. Angelo in Tanzania. Infatti nel
1978 il Vescovo di Dodoma, Mons. Mathias Isuja Joseph fu brevemente in
visita ad Addis Abeba ed incontrò personalmente P. Angelo. essendo stato
informato dell'esistenza del Centro di Gigesa, il Vescovo lo invitò a
Dodoma, insistendo che la gente della sua diocesi aveva veramente bisogno
di un Centro di quel genere.
Intanto tutto andava liscio al Centro di Gigesa. P. Angelo vide che non
era necessario rimanere lì. Così tornò a Dodoma, già molto felice che
il suo sogno avesse potuto realizzarsi almeno in parte, anche se altrove.
A questo punto cominciò ad esplorare il dove e il come della piena realizzazione
dei suoi progetti, a beneficio dei bambini disabili della Tanzania.
IL
COINVOLGIMENTO DELLA GIOVENTÙ FRANCESCANA
Nel 1982 con l'aiuto e il sostegno della "GIFRA"(Sezione Gioventù
Francescana) di Siena, fu organizzato un campo estivo per andare a lavorare
in Tanzania. Partirono circa 22 persone di tutte le età, e lavorando insieme
agli operai del luogo, costruirono un acquedotto di 3 km per portare l'acqua
dalla montagna sopra Mlali più vicina alla gente. Fu qui che, più tardi,
fu costruito il Centro. Il gruppo di Siena costruì anche una grande cisterna
per l'acqua, della capacità di circa 80.000 litri. Naturalmente l'acquedotto
e la cisterna per l'acqua costituirono il primo "mattone" del
futuro Centro.
Questo inizio fu la base per i successivi lavori di costruzione ritenuti
necessari per un centro che avrebbe dovuto dare il meglio ai bambini disabili,
e anche per rendere il Centro stesso vitale, e, gradualmente, indipendente.
Negli anni successivi, alla Gioventù Francescana di Siena si unì quella
di Prato. I Padri Cappuccini della provincia Toscana, che erano gli animatori
di questi gruppi, erano man mano sempre più coinvolti nel progetto. In
effetti, da allora, non vi fu praticamente un solo anno senza che un gruppo
andasse a visitare e a lavorare a Mlali. Erano molti anche i cappuccini
che andavano giù insieme a questi gruppi. Più recentemente sono andati
anche singoli, alcune coppie, ed anche medici e fisioterapisti si sono
uniti a loro per dare una mano. Avendo dato il via ed ispirato così tanta
gente con l'alto ideale della carità cristiana e dell'amore per i bambini
disabili, P. Angelo poté a questo punto partire con la costruzione degli
edifici necessari. Nel 1983 fu pronto il primo blocco, che è di fronte
a quella che oggi è la vera e propria Casa dei Bambini. In questa prima
costruzione si trova la sezione ortopedica dove si possono costruire o
riparare stampelle, arti artificiali, scarpe speciali o altri accessori
necessari ai bambini. Nella parte posteriore di questo edificio si trovano
le presse per l'olio, alcuni piccoli magazzini e uffici per chi lavora.
Un anno più tardi fu livellata e preparata una superficie di circa 1.000
mq. per la costruzione della Casa dei Bambini, che fu pronta anch'essa
prima della fine dell'anno. La Casa comprende tre dormitori spaziosi,
una grande sala per i giochi ed una palestra per gli esercizi fisici che
sono indispensabili per una buona riabilitazione dei bambini disabili.
Ci sono anche una cucina ben equipaggiata, una bella sala da pranzo e
dei bei bagni.
LE
CASE PER I VOLONTARI
I volontari che si recavano al Centro e gli stessi lavoratori avevano
senz'altro bisogno di un alloggio. Così la prima casa venne costruita
per loro. Allo stesso tempo venne completata la stanza per il generatore
di elettricità, insieme ad altri magazzini più grandi. Nel 1985 era pronta
anche la casa delle suore. P. Angelo capì fin dall'inizio che sarebbe
stato meglio per il Centro essere gestito da una comunità di suore, la
cui vocazione specifica si sarebbe espressa nel loro amore per i bambini
disabili. Allo stesso tempo volle che i Padri Cappuccini e i Fratelli
fossero non soltanto responsabili del Centro, ma anche coinvolti nella
sua gestione. E' un dato il fatto che la nuova provincia dei Cappuccini
della Tanzania sia molto orgogliosa di questo Centro. In effetti quando
P. John Corrievau, Ministro Generale dell'Ordine, è stato in Tanzania
nel Febbraio 1996 per istituirvi la nuova provincia dell'Ordine dei Cappuccini,
riferendosi al Centro di Mlali ha detto: "La provincia dei Cappuccini
della Tanzania sta dando una testimonianza significativa di povertà e
amore cristiano in particolar modo prendendosi cura dei bambini disabili;
se non fosse stato per questo Centro, quei bambini sarebbero rimasti emarginati
per sempre."
Quando furono pronte le prime case, fu il momento di pensare allo sviluppo
dei campi circostanti. P. Angelo pensò ad una stalla per gli animali,
soprattutto mucche e maiali, in modo da fornire abbastanza carne e latte
per tutti coloro che abitavano al Centro. Una certa superficie venne destinata
alla coltivazione di mais, grano, caffè etc. Una sezione separata venne
preparata per una coltivazione di girasoli, per la produzione di olio.
Con tutti questi progetti, ed altri che vennero realizzati in seguito,
e con tutto il raccolto che derivava da queste piantagioni, il Centro
iniziava a percorrere la sua via verso l'autosostentamento.
Avere in comune con la gente un gran bisogno di legna da ardere, e vedere
gli alberi che venivano abbattuti senza che nient'altro venisse piantato,
portò allo sviluppo di un buon progetto di rimboschimento da parte di
James Koch, un cappuccino svizzero, che fu aiutato dai suoi amici, specie
quelli della sua stessa parrocchia d'origine. Più di 200.000 alberi sono
stati già piantati, e si prevede che ne vengano piantati 20.000 ogni anno.
Questo aiuterà a mantenere la cresta della montagna sempre verde, piena
di vita e, speriamo, ad attirare le piogge, di cui c'è un bisogno così
forte.
Nel 1987 furono costruite le stalle per le mucche. Attualmente ci sono
circa 25 capi che producono in media 100 litri di latte al giorno. Questo
serve prima di tutto a soddisfare il fabbisogno dei bambini, ai quali
viene dato tutto il latte di cui necessitano nella loro tenera età; ma
serve anche per i lavoratori del Centro e per la gente dei villaggi vicini.
Negli anni successivi venne costruito l'edificio della falegnameria che
man mano venne equipaggiata con tutte le macchine necessarie per segare,
piallare e montare. Più tardi venne costruita e preparata l'officina meccanica,
insieme ad una seconda casa per i volontari. Nel 1989, sempre con l'aiuto
dei gruppi francescani provenienti da Prato e da Siena, fu costruita la
piscina per i bambini e vennero installati dei pannelli solari per fornire
acqua calda sia per la piscina che per la Casa dei bambini e le altre
case..
I
PRIMI BAMBINI AL CENTRO
A questo punto il Centro era pronto per aprire le porte ai primi bambini.
E nessuno Pu immaginare la gioia di P. Angelo e di tutti i padri e i fratelli
cappuccini che lo avevano sostenuto insieme ai loro molti amici, quando
videro arrivare i primi bambini disabili al Centro: era il 9 Luglio 1990.
I primi cinque bambini accolti furono Sijaona Lemnje (9 anni), Chitemo
Mnjeja (11 anni), Wema Msumke (8 anni), Safiri Mkwama (9 anni) e Shuruku
Chaulema (10 anni). La diagnosi del primo era diplegia spastica, quella
degli altri tre era poliomielite agli arti inferiori, e il quinto aveva
una triplegia da poliomielite agli arti inferiori e all'arto superiore
destro. Questi bambini venivano quasi tutti dai villaggi vicini.
Da quel giorno in avanti il numero dei bambini continuò ad aumentare,
ed il Centro cominciò a brulicare di attività. Venne aperto ufficialmente
il 19 Novembre 1992 dal Primo Ministro della Tanzania,Mr. John S. Malecela
e benedetto dal Vescovo di Dodoma Mons. Mathias Isuja Joseph. Anche l'ambasciatore
italiano Pasquale Baldocci e sua moglie presenziarono alla cerimonia,
insieme ad altri ospiti di riguardo e a personalità locali provenienti
da Dar es Salaam, Kongua, Mpwapwa e Dodoma.
Si sa che quando i Padri Cappuccini iniziano progetti del genere, non
pensano affatto a sè stessi. Prima devono assicurarsi che gli altri siano
ben sistemati. Così a questo punto P. Angelo cominciò a pensare di costruire
un vero e proprio convento per i Padri Cappuccini e per i fratelli che
prestavano la loro opera al Centro. Il convento è una costruzione molto
modesta ed è sovrastante la Casa dei bambini; domina anche una veduta
generale di tutto il Centro ed un ampio panorama dell'intera area di Mlali.
Attualmente, dopo la morte di P. Angelo, ci sono quattro cappuccini che
lavorano al Centro a tempo pieno. Molto spesso comunque giungono al Centro
visitatori dalle Missioni circostanti o da Dar es Salaam. E in un prossimo
futuro questo luogo potrà essere utilizzato per raduni e ritiri e ritiri,
specialmente quanto sarà completata la foresteria adiacente. Questa seconda
parte del convento, che è stata costruita nel 1994, ha 14 stanze; ma ogni
stanza è abbastanza grande da ospitare due posti letto.
In quello stesso anno è stato completato anche l'edificio della sala operatoria.
Negli anni successivi è arrivata anche tutta la strumentazione necessaria
e nell'Ottobre 1997 sono stati operati i primi 15 bambini. Così i bambini
non dovranno più soffrire tutto quel disagio e dolore durante il viaggio
di 200 km fino all'ospedale di Dodoma ed essere poi riportati indietro
dopo l'intervento.
Durante il 1995 è stato costruito il settore della calzoleria. Il luogo
originario era diventato troppo piccolo, e non c'era modo dii ampliarlo
vicino alle presse dell'olio. Con la calzoleria ogni genere di necessità
relativa alle calzature per i bambini verrà soddisfatta qui, e non soltanto
per il Centro di Mlali, ma anche per altri centri in altre zone della
Tanzania. E' un importante passo avanti per il Centro perchè così ha un'altra
fonte di guadagno e di sostegno.
Nel
1997, pochi giorni dopo aver salutato il gruppo del campo lavoro
di Agosto che rietrava in Italia, P.Angelo tornava all'amore del Padre.
Sono sicuro che il "Padrone della Casa" sia molto soddisfatto
dei talenti affidati a P.Angelo. |