RISVEGLIARE la missionarietà
Il Natale è stato collocato da molti secoli al 25 Dicembre, perché gli antichi celebravano in questa data la Festa dedicata al Sole che, dopo il Solstizio d’Inverno, riprende a crescere, mentre le giornate cominciano ad allungarsi: è il giorno più adatto a celebrare la nascita di Gesù, sole che sorge per illuminare ogni uomo. Nel Natale si celebrano tre fatti importanti. Il Signore Gesù è venuto: Gesù è già nato, ciò è accaduto circa duemila anni fa e questo avvenimento non si ripete, come non si ripete la nascita per ogni uomo. Il Natale quindi è memoria viva di un fatto veramente accaduto. Il Signore Gesù viene: Gesù non è un uomo come tutti, Egli è il Figlio di Dio, nato, vissuto, morto e risorto per noi. Egli è per sempre vivente perché ha vinto la morte. Il Natale è perciò celebrazione della presenza viva del Signore in mezzo a noi. Il Signore Gesù verrà: ognuno di noi attende la felicità perfetta senza fine, ma non possiamo conquistarla da soli, essa è dono del Signore, quando verrà e starà sempre con noi. Il Natale perciò è attesa della venuta del Signore che ci terrà con se per sempre. Esiste una parola che i primi cristiani conoscevano molto bene, una parola che esprime questi tre significati del Natale, Maranathà. É un termine che viene dalla lingua aramaica, la lingua parlata da Gesù; i primi cristiani la usavano nelle liturgie come acclamazione, Il Signore è venuto e sia come invocazione, Vieni Signore! Natale è pregare: pregare personalmente, in famiglia e come comunità. Preghiera quotidiana: il Signore è la nostra compagnia ogni giorno e la preghiera serve a prenderne coscienza. Preghiera concreta: il Signore vive nella nostra vita quotidiana e noi lo riconosciamo nelle cose di tutti i giorni. Preghiera insieme: nella vita si dimenticano tante cose, ma i momenti belli non si scordano più... anche se dovessimo perdere la fede, i momenti della preghiera insieme agli amici, ai fratelli, non vengono mai dimenticati e spesso sono quei ricordi che riconducono a Dio. Natale è momento di verifica, lasciamoci scrutare da queste parole di Madre Teresa:
É Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro; ogni volta che speri con gli oppressi dal peso della povertà fisica, morale, spirituale; ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. E’ Natale ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso di te. Preghiamo per essere capaci di accogliere Gesù a Natale in un cuore pieno di amore e di umiltà, un cuore caldo di amore reciproco.
fr Corrado
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