Vite "speciali"
Cari amici e benefattori delle missioni, in questo editoriale di “Eco” non c’è la firma di P. Corrado, come da sempre eravate abituati. Sorella morte lo ha raggiunto sulle strade del Tanzania il 22 Novembre scorso, assieme a P. Luciano, Ministro Provinciale dei Cappuccini Toscani, a P. Silverio, missionario in quella terra da 44 anni, e al giovane volontario Andrea. Abbiamo voluto dedicare loro questo numero ‘speciale’, perché ‘speciale’ è stata la loro vita. Quando una persona cara ci lascia per tornare a Dio, come in un flashback ripercorriamo quella parte di esistenza che di lei conosciamo e abbiamo condivisa; allora tornano in mente tanti particolari, che forse avevamo trascurati, ma che messi assieme, come in un bellissimo mosaico, ne delineano la vera personalità. Nelle pagine che seguono si è provato a dipingere con alcune essenziali pennellate il volto dei nostri quattro fratelli scomparsi; lo abbiamo fatto perché quei volti sono tuttora vivi, trasfigurati in Dio e ci guardano con infinito affetto e simpatia. Lo abbiamo fatto perché non li dimentichiamo quei volti, che hanno guardato ai bisogni di tante persone e hanno saputo fermarsi a dar loro una mano, proprio come il samaritano della parabola di Gesù. Per questo le loro vite sono ‘speciali’, cioè di qualità, come deve essere l’esistenza terrena di ogni cristiano memore della parola di Gesù: “Chi vuol salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo la salverà” (Mc 8,35). Luciano, Corrado, Silverio e Andrea, semplicemente da cristiani hanno messo in gioco la vita per il vangelo. Dei tre nostri confratelli cappuccini, l’Arcivescovo di Firenze, Mons. Giuseppe Betori, introducendo la S. Messa per i funerali in Santa Croce il 30 Novembre scorso, ha sottolineato come il Signore li abbia chiamati a sè in un momento forte e qualificante della loro vita di religiosi e di sacerdoti: tutti e tre, in modi diversi, erano lì per compiere ciò che sta più a cuore alla Chiesa, l’evangelizzazione. Nella basilica di Santa Croce a Firenze, in una cappella a lato del presbiterio, si può ammirare un bellissimo affresco di Giotto, raffigurante S. Francesco morente attorniato dai suoi frati. I volti di quei frati esprimono i sentimenti, che ogni cuore d’uomo avverte nel momento in cui una persona cara ci lascia per sempre.Uno, in particolare, vorrei che fosse il nostro e raccogliesse tutti gli altri: gratitudine. È forte il bisogno di dire grazie ad Andrea, a Silverio, a Corrado e a Luciano, per il bene che hanno fatto a noi, a tante persone da noi conosciute e a tantissime altre che non conosceremo mai. Per le loro vite, così preziose e belle, insieme ringraziamo il Signore, che ce ne ha fatto dono.
fra Stefano Baldini
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