Alla fiera dell'Est
Politici donano migliaia di dollari alle casse federali per ovviare alla mancanza di liquidità” È un’altra notizia che mi convince a cambiare per l’ennesima volta queste quattro parole, che fin dall’inizio volevo dedicare agli avvenimenti, che hanno portato la costituzione del nuovo governo. Ho modificato il titolo togliendo il luogo perché non si pensasse nè a grillinofilia né a grillinofobia; sarebbe portare acqua al mare dopo il bombardamento a tappeto di opinioni, analisi, esternazioni e imprecazioni accavallatisi nei giorni passati. Probabilmente mi si obbietterà che anche questa non è che una in più. “Ci rimetto la faccia”. Tuttavia dobbiamo chiederci se il buon senso o la saggezza guidino ancora la nostra società alla ricerca di una via di uscita da un malessere, che sembra dare poca speranza e nessun sbocco immediato. Non c’è lavoro, perché non investiamo; non ci sono investimenti perché non ci sono soldi né lavoro che produca denaro a sufficienza. Le banche non fanno crediti perché il lavoro non è competitivo; la gente non compra, perché non ha lavoro né soldi. Il governo non fa perché non gli diamo la forza dei numeri, e noi non diamo numeri e forza al governo perché non fa nulla o, al peggio, disfa. E arrivò “l’Angelo della Morte sul macellaio, che uccise il toro, che bevve l’acqua. che spense il fuoco, che bruciò il bastone... (fino a) il gatto che si mangiò il topolino, che mio padre comprò”. Se non è giusto nè bello fare la fine del topolino, bisogna che il gatto si rassegni a mangiarsi la coda. È da lui che inizia la catastrofe alla Fiera dell’Est quando mise le unghie sul topolino e decise che aveva bisogno di lui per rimanere gatto. Ognuno di noi ha un po’ del gatto dentro di sé e una coda da mangiare qualsiasi posto occupi e quanto affilati siano i suoi artigli. Come pure ciascuno di noi è un po’ topolino; ci sarà sempre uno più svelto e furbo di lui pronto a sopraffarlo per rimanere quello che è. Sono certo che questo tipo di saggezza sia la piattaforma solida e adatta a sostenere tutti i nostri sforzi, il contributo minimo e di base da offrire alla nostra nazione. Sono quella manciata di spiccioli che gettati nelle casse vuote di soldi, di speranze, di solidarietà e di riforme, che possono rimettere in moto e brio a una bella fiera italiana.
P. Francesco Borri
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