Allenati dallo Spirito Paraclito
Avevo letto, tempo fa, che una buona parola per tradurre in lingua parlata il termine Paraclito, riferito allo Spirito Santo, fosse Allenatore; sì, proprio allenatore, come quello delle squadre di calcio! Solamente dopo la splendida finale della Coppa dei Campioni ho osato infilarlo nell’omelia di una di queste domeniche vicine alla Pentecoste. È vero: ero rimasto estasiato dalla velocissima fluidità delle squadre in campo e dall’agonismo portato all’estremo, dagli scambi veloci e precisi come fossero comandati da un unica mente. È normale quando c’è un allenatore. È lui che sceglie i giocatori, ne studia le doti fisiche e personali facendole emergere, ne corregge gli errori e le amalgama con quelle degli altri compagni di squadra, creando una strategia di gioco e un ruolo per tutti. Ogni squadra che non ha buone strategie non vince. Il Paraclito ci sceglie e ci immette nella squadra della Chiesa, usa e raffina le doti di ciascuno, raddrizza le storture, adatta ed esalta il singolo alla strategia comune: “che conoscano te e che tu mi hai mandato”. Ogni giocatore che ha fiducia nell’allenatore si sottomette a mettere in secondo piano tutto quello che non serve alla strategia della squadra, perché ogni vittoria e gloria vengono attraverso la squadra. Qualora qualcuno si rifiutasse, allora anche la squadra rifiuterebbe lui; scomparirebbero vittoria, giocatori ed allenatore. Accade anche nella comunità dei cristiani non avere dei giocatori che sono bene allenati e che conoscono vagamente gli schemi tattici, oppure vogliono cambiare la strategia della squadra con la loro; peggio sarebbe se stanno vendendo la partita per qualche pugno di soldi. Si vedrà subito perché le gambe si stancheranno troppo presto, i giocatori non si sapranno trovare né cercare, mentre l’allenatore correrà su e giù sgolandosi, finché mesto si accascerà nella panchina aspettando il fischio finale.
P. Francesco Borri
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