Aiutare ad aiutarsi
Amici carissimi, intendo in questo mio breve intervento dare una risposta a coloro che, preoccupati del mio stato di salute, hanno cercato di dissuadermi dall’intraprendere nuovi viaggi e progettare ancora visite nelle missioni africane. Ringrazio innanzitutto per la premura che rivela l’affetto fraterno nei miei confronti, ma di fronte a certe necessità mi sento spinto a non tirarmi indietro e faccio mio il detto paolino: "l’amore per il vangelo mi sospinge". Non mi giudicate presuntuoso, ve ne prego, perciò voglio confidare a voi la motivazioni che mi hanno portato ancora una volta a visitare i fratelli della Nigeria. Sono rimasto suggestionato e emozionato dal grido di Benedetto XVI: "Alzati Africa!", pronunciato al termine dell’Omelia il 22 Marzo scorso a Luanda in Angola. "Alzatevi, ponetevi in cammino. Guardate al futuro con speranza, confidate nelle promesse di Dio e vivete nella sua verità. In questo modo costruirete qualcosa destinato a perdurare e lascerete alle generazioni future un’eredità durevole di riconciliazione, di giustizia e di pace". Al questo grido si aggiunge il messaggio dello stesso Pontefice per la giornata missionaria mondiale, celebrata il 18 Ottobre: "Le Nazioni cammineranno alla tua luce" (Ap. 21,24). Durante il Sinodo della Chiesa africana i Padri sinodali hanno condotto i loro studi e lavori alla luce di questi messaggi, confermando la volontà e la necessità di liberarsi dallo sfruttamento di organizzazioni del mondo del sovrasvilluppo, che solo apparentemente manifestano condivisione e solidarietà, e impegnare le Chiesa dell’Africa e le popolazioni a camminare autonomamente. In primo luogo promettendosi l’impegno di vivere il Vangelo e non solo come servizio alle comunità cristiane, ma come annuncio di salvezza e di promozione per tutti quelli che ancora non lo sconoscono e sono alla ricerca sincera della verità. È stata ribadita la necessità dell’inculturazione, per evitare un tipo di colonialismo religioso e culturale. È stato anche ripetuto, ciò che da tempo e da più parti è stato richiesto: "non rifiutiamo gesti di solidarietà e di amore fraterno, purché siano mirati ad aiutarci a camminare da soli". Ecco le risposte alle domande, ecco perché nella nostra stampa invitiamo a prestare attenzione ad una porzione di Africa che in effetti, come documentiamo, ha iniziato timidamente un cammino più autonomo, ecco il motivo dei miei viaggi e delle mie ripetute visite, dei miei ritorni sia in Tanzania che in Nigeria: per aiutare i fratelli africani ad aiutarsi da soli.
fra Corrado Trivelli
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