Obbedire alla voce dello Spirito
Il contenuto di questo mio intervento nel numero di “Eco delle missioni” estivo è caratterizzato da qualcosa di nuovo che verrà celebrato nel terzo incontro del C.A.M. il 13 Luglio 2008. Si tratta del “Mandato Missionario”che sua Ecc.za il Vescovo di Prato Mons. Gastone Simone consegnerà alla consorella terziaria francescana Lucia Iorio, della fraternità che è in Prato e appartenente al CemiOfs. Abbiamo pensato di inserire questa importante celebrazione nell’incontro del Centro di Animazione Missionaria, per rendere partecipi tutti i gruppi e le fraternità ad un evento che indica l’importanza della formazione alla missionarietà data dalle nostre Fraternità O.F.S. e GI.FRA, con il prezioso contributo del CemiOfs e del C.A.M. Lucia ha deciso, di partire per la Romania e dedicare tre anni di servizio presso la casa di accoglienza “Famiglia di Nazareth” nella diocesi di Iasi (si pron. Iasci) nella parrocchia dei Santi Apostoli Pietro e Paolo nella città di Onesti. il ruolo che ella andrà a svolgere presso questo Centro verrà illustrato dalla consorella stessa nella relazione che terrà durante l’incontro di Domenica 13 Luglio. Che significato ha il “Mandato”. È questo che voglio sottolineare. Fin dai primi tempi della Chiesa leggiamo nel libro degli Atti, che lo Spirito Santo, senza dubbio per bocca di alcuni dei profeti, invia dopo la preghiera e il digiuno, alcuni discepoli in missione, a diffondere con la parola e la vita la salvezza operata dal Signore Risorto. È molto importante rilevare soprattutto due particolari che sono indicati nel libro degli Atti 12, 24-13. Primo: La scelta di coloro che saranno inviati avviene in un contesto liturgico. “Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: Riservate per me Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati” Secondo: la comunità di Antiochia si rende solidale con il mandato missionario che ha la sua origine nello Spirito: “Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono” Così si unisce culto e missione, fede ed evangelizzazione. Ecco quindi il motivo della nostra celebrazione, continuare a ripetere, a rinnovare, il gesto familiare alla Chiesa quando alcuni dei suoi figli scelgono di obbedire alla voce dello Spirito. Come non esiste amore verso Dio senza amore verso i fratelli, non esiste neanche liturgia autentica se la comunità che la celebra, e con lei ognuno dei suoi membri, non si sente chiamata dallo Spirito alla Missione Apostolica. Una Comunità aperta non si accontenta di riunire coloro che ne fanno già parte, né celebra il culto per godimento spirituale dei devoti, ma vive intensamente la dimensione missionaria.
fra Corrado Trivelli
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