La certezza della continuità
Amici carissimi, questo numero vi giunge in ritardo rispetto alle consuete scadenze trimestrali, per essere in sincronia con il convegno di fine triennio (2 giugno), di cui diamo un resoconto nella rubrica “Primo Piano” e per riferire di due importanti celebrazioni capitolari interne al nostro mondo cappuccino, quello della Custodia Nigeriana (14- 16 Aprile) e quello della Provincia Toscana (23-30 maggio), il primo dopo l’unificazione delle due ex-provincie di Firenze e Lucca. Quest’ultimo potrebbe avere delle conseguenze anche sull’attuale struttura organizzativa del C.A.M. Del resto vale sempre la nostra comune convinzione, tanto cara alla Regola Francescana, che nella obbedienza si costruisce sempre qualcosa di nuovo per il Regno di Dio. Le Sacre Scritture continuamente forniscono esempi e modelli di questa efficace obbedienza, incominciando dal nostro Padre Abramo. Alla fine di questo triennio, sento comunque l’urgenza di ringraziarvi per il vostro lavoro, nella certezza della sua continuità, a prescindere da eventuali cambiamenti organizzativi. Con la vostra vicinanza a servizio delle Chiese del mondo, rappresentate un riferimento sicuro per quanti sono alla ricerca della Verità che salva. Con l’animazione missionaria che realizzate in adempimento all’ordine di Cristo, voi offrite un messaggio di amore e di speranza a tutti gli uomini, fino ai confini del mondo. La speranza, di cui siete araldi, è quella che nasce dalla morte e risurrezione di Cristo. Per questo, voi dovete avere una speciale considerazione per quei popoli del mondo, dove il dolore è più grande e la necessità più acuta, le popolazioni del cosiddetto Terzo Mondo. Il vostro impegno è a fianco dei missionari del Vangelo che, predicando la solidarietà e l’amore, si sacrificano per la pace, giungendo talvolta al dono della vita per “l’amore di Cristo che li spinge” (2 Cr.5,14). Quando vi angustiate per le sofferenze di altri popoli e operate per alleviare il loro grande bisogno di soccorso, voi state operando per aiutare i vostri stessi popoli, le vostre stesse Comunità e Chiese, ad uscire dalle strettezze dell’egoismo, dal soffocamento dell’abbondanza e da comportamenti a volte indegni di esseri umani. Quando, con fede sincera, meditate le parole di Gesù e operate nel suo spirito, voi sapete che si applicano a voi le sue parole: “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt. 25,40)
fra Corrado Trivelli
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