Lo slancio delle origini
Amici e fratelli carissimi, con il Mese di Settembre il C.A.M. di Prato riprende il suo cammino, arricchito degli stimoli che abbiamo ricevuto nei Convegni e negli incontri di formazione precedenti, ma soprattutto dagli inviti che Giovanni Paolo II ci ha rivolto con la Lettera Apostolica “Novo Millennio Ineunte”. Il Papa parte dalla scena descritta da Luca al capitolo 5, con i fatti che si susseguono fino al versetto 11. Piace a noi riportare qui alcune riflessioni del Card. Tettamanzi contenute nella prefazione della Lettera Apostolica, che ci aiuteranno a farci coinvolgere nel nuovo cammino. “Prendete il largo”. Questa Parola di Gesù la troviamo all’inizio della lettera del Papa, che così scrive: “All’inizio del nuovo millennio, mentre si chiude il grande Giubileo in cui abbiamo celebrato i duemila anni della nascita di Cristo e un nuovo tratto di cammino si apre per la Chiesa, riecheggiano nel nostro cuore le parole con cui un giorno Gesù, dopo aver parlato alle folle dalla barca di Simone, invitò l’apostolo a prendere il largo per la pesca. (Lc.5,4). Pietro e i suoi compagni si fidarono della Parola di Cristo e gettarono le reti. E avendolo fatto, presero una grande quantità di pesci”. Questa Parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: “Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre” (Eb.13,8). La scena ha luogo dunque sulle rive del lago di Genezaret o di Tiberìade, dove avvengono l’annuncio e l’ascolto della Parola, e nel mare dove si svolge la pesca miracolosa. Su tutto emerge la figura di Gesù: è il missionario evangelico che passa da una contrada all’altra seguito dalla folla, è il Maestro che sulla barca insegna come da una cattedra. Ci colpisce, in questa prima scena, la folla che fa ressa intorno a Gesù “per ascoltare la parola di Dio”. La Novo Millennio Ineunte, centrata com’è sulla contemplazione del volto del Signore Gesù, sottolinea con chiarezza e con forza lo spazio irrinunciabile che, nella vita e nell’azione della Chiesa, deve essere assicurato dall’ascolto della Parola di Dio. E il Papa ci ricorda che la contemplazione del volto di Cristo non può che ispirarsi a quanto di Lui ci dice la Sacra Scrittura. Ma ancor più stimolante è l’ultima scena presentata da Luca, che assume toni entusiasmanti nella colorazione che il Papa gli dà nella sua lettera. Questa scena possiamo chiamarla “Chiamata all’apostolato”. “Non temere, da qui avanti sarai pescatore di uomini e... tirate le barche a terra lo seguirono”. (Lc. 5, 10-11). Simon Pietro aveva detto “Allontanati da me”; Gesù invece gli si avvicina, supera la distanza, lo incoraggia e gli apre un nuovo futuro, quello della “Missione”, con la quale lo associa alla sua stessa Missione: come fino a quel momento Simone aveva catturato pesci nel lago con la rete, così d’ora in poi dovrà catturare uomini per il Regno di Dio utilizzando la rete della Parola.” La Missione di Pietro è anche la Missione degli apostoli e, pur se in forme diverse, è la missione di tutti i discepoli di Gesù: essere annunciatori della Parola che salva, annunciatori della persona viva di Cristo, la Parola di Dio fatta carne. Per il Papa, all’inizio del nuovo millennio, l’evangelizzazione è la priorità della Chiesa. Per questo egli afferma: “Occorre riaccendere in noi lo slancio delle origini, lasciandoci pervadere dall’ardore della predicazione apostolica seguita alla Pentecoste. Dobbiamo rivivere in noi il sentimento infuocato di Paolo, il quale esclamava: “Guai a me se non predicassi il Vangelo!” (1Cor. 9,16). E conclude: “Questa Passione non mancherà di suscitare nella Chiesa una nuova missionarietà, che non dovrà essere demandata ad una porzione di specialisti, ma dovrà coinvolgere la responsabilità di tutti i membri del popolo di Dio. Chi ha incontrato veramente Cristo, non può tenerselo per sé, deve annunciarlo”. (N°40). Auguro a me stesso e a voi tutti, che con noi collaborate, di essere pienamente coinvolti in questo invito del Papa.
fra Corrado per il C.A.M.
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